La pillola di questa settimana è dedicata ai temi di attualità. La metafora del titolo è presa dal gergo arbitrale per raccontare il boicottaggio dello sport contro la Russia, colpevole di aver invaso giovedì 24 febbraio 2022 l’Ucraina.
La Russia sta iniziando a pagare la scelta scellerata di invadere un altro paese. Le sanzioni sportive stanno rivoluzionando i calendari già scritti ma la guerra sta diventando un problema anche per gli sponsor russi. Ecco il riepilogo di queste ultime 72 ore, anche se la lista delle iniziative è destinata, secondo me, ad aumentare sempre più.
Lo sport si mobilita
Il Gran Premio di Formula 1 previsto in Russia a Sochi il 25 settembre è stato cancellato con la motivazione che ” è impossibile tenere il Gran Premio di Russia nelle circostanze attuali”.
Ancora più estreme sono state le decisioni della Federazione internazionale di sci, che ha cancellato tutti gli eventi in programma in Russia entro la fine della stagione 2021-22. Non si svolgeranno più a Mosca nemmeno gli Europei di tiro a volo in programma dal 15 al 30 agosto.
La campionessa ucraina Elina Svitolina si schiera a difesa della pace. Il campione russo Andrey Rublev scrive sulla telecamera dopo una vittoria a Dubai “NO WAR PLEASE” e si dichiara di fatto contro il governo della sua nazione.
Mentre scrivo il magnate oligarca russo Roman Abramovich lascia il Chelsea, la squadra di calcio campione del mondo per club, dopo quasi 20 anni di successi e investimenti. La stretta del governo inglese agli oligarchi russi era già iniziata e non è dato ancora sapere se dietro questa notizia ci sia un primo segnale di ritorsione contro la Russia. La notizia è arrivata a sorpresa e conferma che nulla sarà come prima anche nel mondo dello sport.
Il boicottaggio si fonde con la solidarietà
Toko Shengelia, campione georgiano del CSKA Mosca di basket annuncia l’addio alla squadra dell’esercito russo con queste parole:” Prendo questa decisione come segno di protesta contro l’invasione russa dell’Ucraina, non voglio continuare a giocare per la squadra dell’esercito russo”.
Ekaterina Gamova, una delle più grandi pallavoliste russe di tutti i tempi (nazionale russa per ben 237 volte) dichiara:” Questa pagina vergognosa rimarrà per sempre nella storia del mio paese. Mai avrei pensato di assistere all’attacco, ai bombardamenti, agli spari su altri amici europei.” Dobbiamo ricordare che per un russo, come Ekaterina Gamova o Andrey Rublev, non è così scontato poter dire fino in fondo il proprio pensiero pubblicamente.
L’ucraino Ruslan Malinovskyi, stella dell’Atalanta, segna una doppietta contro l’Olympiakos che fa passare il turno di Europa League alla squadra di Bergamo, poi mostra una maglietta con poche semplici parole “NO ALLA GUERRA IN UCRAINA” mentre tutti i compagni lo abbracciano.
Addio finale di Champions League a San Pietroburgo
L’Uefa, la massima istituzione calcistica a livello europeo toglie alla Russia la finale di Champions League prevista sabato 2 maggio alla Gazprom Arena di San Pietroburgo e la assegna a Parigi. Non solo, tutte le squadre russe, se vorranno giocare, lo dovranno fare in campo neutro, come anche la Nazionale russa. Per ora il boicottaggio che economicamente e a livello di immagine sportiva fa più male.
Polonia e Svezia. Russia? No, grazie!
A marzo la Polonia scenderà in campo per giocarsi la qualificazione al Mondiale che si svolgerà in Qatar a novembre ma ha già detto che non giocherà la semifinale contro la Russia per protesta. La Federcalcio della Svezia ha dichiarato che non affronterà la Russia, anche se la Fifa glielo chiedesse.
Lo Schalke 04 e il Manchester United tagliano gli sponsor russi Gazprom e Aeroflot
Altro boicottaggio importante. Via lo sponsor Gazprom dalle maglie dello Schalke 04, squadra tedesca dopo l’invasione dell’Ucraina. Il Manchester United, storica squadra inglese di calcio rescinde il suo contratto con la compagnia aerea Aeroflot.
Quello che si può fare è giusto farlo
In tre soli giorni è, comunque, già qualcosa. Mettere fuori la Russia da tutto è l’obiettivo fino a quando le armi non saranno deposte. Certo mi dispiace per quegli atleti non schierati con il governo ma lo sport ha già dimostrato in passato di accogliere rifugiati e dissidenti sotto altre bandiere.
Non è vero che non si può fare niente. Ognuno può fare qualcosa per il boicottaggio degli interessi di chi usa il sopruso per affermarsi. Con questi gesti si stanno bloccando miliardi di euro e di rubli, forse non servirà a breve ma a medio termine vedremo gli effetti. Anche lo sport, fucina di interessi spropositati, può fermare uno dei polmoni finanziari del regime. Quanti stadi e quante squadre hanno ancora uno sponsor russo?
Stiamo a vedere, siamo solo all’inizio di una “partita che, ahimè, durerà oltre i tempi supplementari”. Lo sport, però, questa volta ha segnato una meta, molto prima di tante altre iniziative che purtroppo tardano ad arrivare.
Ultima ora! (10.28 del 27 Febbraio 2022)
La IJF, l’International Judo Federation, ha sospeso il presidente russo Vladimir Putin dalla carica di presidente onorario e ambasciatore dell’organizzazione “alla luce del conflitto militare in corso in Ucraina”.
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