Il Tour de France a Bologna e a San Luca? Non è un sogno strano che ho fatto o un colpo di sole di queste giornate caldissime. Una settimana fa, domenica 30 Giugno 2024, Bologna ha accolto il Tour de France per una tappa che ha unito sport, cultura e tradizione. Il percorso attraverso le colline bolognesi ha offerto panorami mozzafiato e una sfida emozionante per i ciclisti e il pubblico. Non ho resistito alla tentazione e sono andato a vedere il Tour, così come qualche anno fa il giro d’Italia. E’ stata una esperienza unica che non dimenticherò mai.
La seconda tappa del Tour: Cesenatico-Bologna
Questa storica edizione del Tour de France, partito dall’Italia, ha visto lo start della seconda tappa da Cesenatico, la città di Marco Pantani, adorato da tutti gli sportivi del mondo e molto amato anche in Francia per le sue imprese e per la vittoria del 1998 al Tour. I tifosi hanno reso omaggio al ciclista, morto nel 2004, con una presenza incredibile alla partenza, durante tutta la gara e, infine, sulla salita del Colle della Guardia a Bologna, per tutti il Colle di San Luca, dove si sono assiepati sulle rampe della leggendaria curva delle Orfanelle fin dalle prime ore della mattina.
La mia giornata inizia presto
Per la mia rubrica Storie di quelli che salgono a San Luca, questa volta non racconterò delle mie salite sul portico più lungo del mondo ma dei campioni del Tour de France che domenica 30 Giugno hanno regalato uno spettacolo indimenticabile che resterà per sempre tra i ricordi più belli della mia vita.
La tappa è andata ad un ciclista di nome Vauquelin e la maglia gialla se l’è aggiudicata il campione Pogačar ma in questo articolo i campioni di cui parlerò saranno il pubblico, Bologna e il portico di San Luca.
È domenica e dalle prime luci del mattino esco per avvicinarmi e dare una occhiata a quello che succede a poche centinaia di metri da casa mia. Come detto in altri articoli di questo blog, abito vicino al portico di San Luca: che sia una giornata speciale, lo comprendo dal rumore delle pale dell’elicottero che gira sopra la mia testa appena metto il naso fuori di casa. La mia è una curiosità sportiva e sono attratto da questi eventi. Amo la bicicletta ma non mi posso definire un cicloamatore incallito. Ciò che mi incuriosisce fin da subito è vedere tanti appassionati di ciclismo dirigersi verso la città e i vari punti di passaggio del tracciato per prendere posto.
Decido che il mio punto di osservazione, come fu al Giro d’Italia, sarà la zona del Meloncello e la prima salita verso San Luca.
Bologna si riempie per il Tour de France
Con il passar delle ore, Bologna diventa una babele di lingue. Vedo tanti stranieri e tanti italiani che provengono da altre regioni. È una festa con americani, spagnoli, riconosco tedeschi e gli sloveni per le tante maglie che inneggiano al loro campionissimo Pogačar. Sembra di sentire accenti anche sudamericani e tanti dialetti da ogni parte d’Italia.
La stima del comune di Bologna parlerà a fine giornata di oltre 100.000 persone in strada per il Tour a Bologna. E’ incredibile la gioia che si respira nell’aria.
Il Portico di Bologna, il vero protagonista
Le voci si rincorrono: Bologna è piena ed ogni punto del percorso in cui passeranno i ciclisti è colmo di gente. E’ già pomeriggio e io ho trovato il mio posticino, lì tra le transenne vicino all’arco del Meloncello. Sono previsti due orari di passaggio dal Meloncello verso la salita di San Luca: uno intorno alle 16.00 e uno alle 17.00 perché i corridori faranno, dicono, un doppio passaggio da qui, una sorta di mini circuito per le strade della città con volata finale in via Irnerio davanti alla Montagnola.
Le strade tra via Andrea Costa e via Irma Bandiera, dove passeranno i ciclisti, sono al limite ma è una festa continua. Il Comune parlerà di circa diecimila persone nella zona tra Meloncello al Santuario di San Luca. E io sono proprio qui. Ci sono ragazzi e ragazze, anziani con le consorti, bambini con le mamme e i papà, che bello! Anche tanti si sono presentati in divisa e con le proprie biciclette da ciclista, altri stanno con la bici appoggiata al muro o fra le transenne. Mi giro e c’è gente sui muri in posti anche pericolosi ma come hanno fatto a salire fin lassù?
Altri sono appollaiati sugli alberi con cartelli, campanacci, trombe, fischietti e smartphone per foto e video. Tutti hanno atteso per ore, chi mangiando, giocando, riposando, seguendo la corsa sugli smartphone (e il maxischermo) e soprattutto bevendo birra a volontà.
Stanno per arrivare i ciclisti
Ho guadagnato metri e sono proprio lì dove si sale. Quante volte l’ho fatta di corsa, per questo capisco la fatica. E’ meraviglioso questo punto di osservazione, di lato il portico più lungo del mondo (patrimonio Unesco), dall’altro iniziano a rombare le moto vedette, vuol dire che il grande momento in cui passeranno i ciclisti è vicino.
Ecco improvviso il boato della folla che saluta l’arrivo dei corridori e la collina intera «esplode» di gioia. E’ un momento assordante, di estasi collettiva, uno spettacolo puro.
Non mi accontento delle foto e dei video ma guardo su Rai Play la corsa per seguire con il cuore e gli occhi la salita dei ciclisti. Conosco il percorso e qualche volta mi sono azzardato a farlo in mountain bike, lasciandoci con probabilità qualche anno di vita…
La Curva delle Orfanelle
Dopo il passaggio dal Meloncello sono rimasto impressionato dalla velocità con cui strappano in salita. Ti viene da chiederti se quelle biciclette abbiano la pedalata assistita o un motorino che spinga i pedali.
È pura apoteosi alla Curva delle Orfanelle, oramai ribattezzata Curva del Pirata per le scritte dedicate a Pantani; da lì ci sono trecento metri durissimi in cui sono presenti più di tremila appassionati e dove scattano le star del Tour di France prima Pogačar, poi gli si appiccica Vingegaard.
I miei occhi sono lucidi di emozioni perché il vero spettacolo è la gente che è ai lati dei corridori e si gode lo spettacolo su quegli strappi che vanno dal 16 al 20%.
La prima volta che il Tour è partito dall’Italia
Come previsto, è stato un successo per tutti. L’organizzazione francese, la A.S.O, è stata impeccabile. A me resta nel cuore gli occhi una giornata piena di sogni e una piccola riflessione: il giorno prima, la nostra nazionale è stata eliminata dall’Europeo di calcio dopo una delle prestazioni peggiori di tutti i tempi. E mi viene da dire che non c’è solo calcio, a maggior ragione nei giorni in cui la nazionale di pallavolo femminile è tornata Campione del Mondo sotto la guida di Julio Velasco.
Che paragone inglorioso al confronto con questa gioia, con questo spettacolo dove nessuno è contro nessuno, dove la bellezza di Bologna e di San Luca si è fusa con la gioia delle famiglie. Con il Tour de France a Bologna siamo tornati tutti ai tempi di Coppi, Bartali e Pantani, anche noi siamo stati in salita con loro.
Che il Tour de France parta tutti gli anni da Bologna!
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