Tag: formazione esperienziale

Il talento da solo non basta per realizzarsi

Tempo stimato di lettura: 4 minuti

Ciao a tutti,

giovedì 16 dicembre alle ore 21.00 tornerò in diretta sui canali social Facebook e YouTube di Family Academy per un’altra iniziativa a carattere informativo e divulgativo.

La serata è dedicata ad un altro pilastro della mentalità sportiva. Dopo aver trattato tematiche come autostima, burnout e influenza del carattere sulle nostre performance, questa volta ci dedicheremo al talento, argomento molto vasto e non certo privo di complessità.

Spero di vedervi numerosi e partecipativi, come sempre. Grazie a Paola Acquisti per avermi dato l’opportunità di chiudere il 2021 di Family Academy, sarà anche l’occasione per salutare un altro anno difficile passato in compagnia con tutti voi.

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Correre a San Luca è una regola – Secondo e ultimo tempo

Tempo stimato di lettura: 6 minuti

(Continua) Verso la Basilica di San Luca. Mi trovo alla curva delle Orfanelle. E’ qui che il fisico chiede la prima verifica. Sia chiaro che questo punto difficile della salita chiede il conto ad un amatore, ad un principiante, ad un ibrido come me. Se sei un runner, allenato solo alla corsa, vai su che è un piacere. Vito Melito mi diceva che un professionista può percorrere la distanza di due chilometri, in salita dal Meloncello alla Basilica, in meno di quattro minuti.

A me che, sono a metà del percorso, sembra manchi un mese all’arrivo. Eppure non mollo, devo tenere il ritmo giusto ascoltando il mio corpo.

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Correre a San Luca è una regola – Primo tempo

Tempo stimato di lettura: 8 minuti

A fatica raggiungo il posto auto, raccatto tutto il raccattabile dall’abitacolo e mi fiondo in ascensore con la borsa da lavoro che oggi mi sembra più pesante del solito. Un unico pensiero: salire a San Luca, correre, isolarmi, pensare o non pensare, nutrirmi di paesaggi mentre le mie gambe girano. E rinascere a nuova vita per il giorno dopo. Sì, perché correre a San Luca per me è una regola (Cit. Luca Carboni, Bologna è una regola).

Ore 19.00 di un giorno qualunque di settembre particolarmente duro. Sono uscito davvero steso dal mio ruolo HR, come mi capita spesso. Parlare con tante persone ogni giorno, in one to one, significa entrare nella vita di ognuno. Problemi personali, conflitti, situazioni sentimentali in crisi, rapporti controversi in famiglia, tutto quello che può demotivare sul lavoro esce dal corpo della risorsa e finisce nel mio, con un transfert immediato. Ho scelto questo, mi piace, mi emoziona, mi consuma. Continua a leggere

Zona di comfort addio, torno principiante! Terza ed ultima puntata

Tempo stimato di lettura: 7 minuti

(Continua)… Da principiante, l’ingresso in zona di apprendimento sta comportando veri e propri contraccolpi alla mia permanenza in zona autostima. Certo ero preparato e attrezzato alla novità, non conoscevo fino in fondo i miei avversari e non parlo di persone fisiche.

Che cosa sto imparando? Continua l’elenco delle nuove cose che ho appreso in questi otto mesi. Continua a leggere

Zona di comfort addio, torno principiante! – Seconda puntata

Tempo stimato di lettura: 7 minuti

(Continua)… Senza accorgermene, ero già uscito dalla mia zona di comfort ed entrato in quella di stress o di paura, la zona in cui tutto è nuovo e sei di nuovo un principiante. Questo accade nello sport, nella vita quando ci si separa, con un nuovo lavoro, nel ricominciare da zero quando ci si mette di nuovo in discussione.

Andare avanti o restare dove si è? Fare una scelta radicale o un mezzo pastrocchio di compromesso dove si cambia tutto per non cambiare nulla? Chi mi conosce sa che non ho mai avuto mezze misure e il mio maniacale perfezionismo è soprattutto desiderio di migliorarmi. Quindi scelsi il Padel. 

Fu una scelta, inizialmente, solo emotiva che mi portò in zona di stress. Poi, in un attimo, iniziai a mettere in fila le cose da fare.

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Zona di comfort addio, torno principiante! – Prima puntata

Tempo stimato di lettura: 6 minuti

Zona di comfort dove sei? Da un po’ ho una strana sensazione. Nello sport, mi sento l’ultimo della classe e dai sorrisini di compatimento dei miei avversari, capisco di essere tornato indietro di cinquant’anni. Anzi, di essere atterrato in una zona dove, forse, non ero mai stato: quella di neofita, che ha il dubbio di essere scarso,  di sicuro, con la consapevolezza di essere tornato un principiante. Cosa è successo?

A marzo, per ragioni che spiego qua e là in questo blog, decido di mettere in atto un vero e proprio delitto.

Uccido l’amore della mia vita – il calcio – e costruisco le basi per un cambiamento epocale: iniziare a 57 anni il primo sport che io abbia mai praticato con le mani: il padel. 

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