Tag: crescita personale

Quel magico luogo chiamato spogliatoio

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Lo spogliatoio, il luogo in cui ci si spoglia. E’ nel verbo spogliare, infatti, che voglio cercare il significato più profondo, senza soffermarmi al puro atto del togliersi gli indumenti.

Parto dall’origine della parola spogliatoio per un viaggio tra i miei più cari ricordi, alla ricerca di aneddoti che ci aiutino a capire meglio l’importanza di questo magico luogo, nella nascita e nel mantenimento di una sana cultura di squadra. Continua a leggere

Vito Melito, il mio maestro di corsa

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Il mio incontro con il maestro Vito Melito, leggenda del podismo italiano e della Cento KM del Passatore, avvenne il 20 dicembre 2018 nel periodo in cui stavo cercando di tornare ad una vita normale, dopo l’ictus che mi aveva colpito nell’aprile del 2017. Leggi qui.

Solo pochi mesi dopo il nostro incontro, il 28 Giugno del 2019, Vito se ne andò per sempre, colpito proprio da un ictus improvviso che non gli lasciò scampo. Ci siamo frequentati per poco tempo ma è stato, senza dubbio, il mio maestro di corsa e di vita.

Non conta la durata di un rapporto, conta la nostra capacità di cogliere al volo gli insegnamenti dei maestri che incontriamo.

Vito = Etim. Colui che ha vita Continua a leggere

L’importanza della mentalità nell’anno trionfale dello sport italiano – Seconda Parte

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Lo sport italiano e l’importanza della mentalità nelle vittorie del 2021. Nella prima parte di questo racconto in uscita sul blog il 26 dicembre, ci siamo fermati alle straordinarie imprese dei nostri atleti alle Paralimpiadi; in questa seconda parte continuiamo a vedere il film di questo bellissimo anno di sport.

Al termine cercherò di fare qualche riflessione e assegnerò il mio simbolico Oscar 2021 de La mentalità sportiva. Continua a leggere

Correre a San Luca è una regola – Secondo e ultimo tempo

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(Continua) Verso la Basilica di San Luca. Mi trovo alla curva delle Orfanelle. E’ qui che il fisico chiede la prima verifica. Sia chiaro che questo punto difficile della salita chiede il conto ad un amatore, ad un principiante, ad un ibrido come me. Se sei un runner, allenato solo alla corsa, vai su che è un piacere. Vito Melito mi diceva che un professionista può percorrere la distanza di due chilometri, in salita dal Meloncello alla Basilica, in meno di quattro minuti.

A me che, sono a metà del percorso, sembra manchi un mese all’arrivo. Eppure non mollo, devo tenere il ritmo giusto ascoltando il mio corpo.

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Zona di comfort addio, torno principiante! – Seconda puntata

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(Continua)… Senza accorgermene, ero già uscito dalla mia zona di comfort ed entrato in quella di stress o di paura, la zona in cui tutto è nuovo e sei di nuovo un principiante. Questo accade nello sport, nella vita quando ci si separa, con un nuovo lavoro, nel ricominciare da zero quando ci si mette di nuovo in discussione.

Andare avanti o restare dove si è? Fare una scelta radicale o un mezzo pastrocchio di compromesso dove si cambia tutto per non cambiare nulla? Chi mi conosce sa che non ho mai avuto mezze misure e il mio maniacale perfezionismo è soprattutto desiderio di migliorarmi. Quindi scelsi il Padel. 

Fu una scelta, inizialmente, solo emotiva che mi portò in zona di stress. Poi, in un attimo, iniziai a mettere in fila le cose da fare.

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Zona di comfort addio, torno principiante! – Prima puntata

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Zona di comfort dove sei? Da un po’ ho una strana sensazione. Nello sport, mi sento l’ultimo della classe e dai sorrisini di compatimento dei miei avversari, capisco di essere tornato indietro di cinquant’anni. Anzi, di essere atterrato in una zona dove, forse, non ero mai stato: quella di neofita, che ha il dubbio di essere scarso,  di sicuro, con la consapevolezza di essere tornato un principiante. Cosa è successo?

A marzo, per ragioni che spiego qua e là in questo blog, decido di mettere in atto un vero e proprio delitto.

Uccido l’amore della mia vita – il calcio – e costruisco le basi per un cambiamento epocale: iniziare a 57 anni il primo sport che io abbia mai praticato con le mani: il padel. 

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