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Julio Velasco è uno dei miei punti di riferimento nella formazione esperienziale sportiva e non. A lui devo tanto e le sue idee sono state per me fonte di ispirazione  in trent’anni di carriera. I miei studi sul carattere e sugli alibi, in particolare, hanno trovato in lui un mentore che mi ha confermato la supremazia della mente sulle performances. A lui ho dedicato questa mia analisi manageriale, nelle ore in cui si sta ancora festeggiando lo storico oro della nazionale di volley femminile alle Olimpiadi di Parigi 2024.

Il cambiamento in soli quattro mesi

Nelle interviste che si sono susseguite alla vittoria in finale contro gli Stati Uniti, Velasco ha ricordato come questo risultato sia stato costruito in soli quattro mesi. Ha raccontato del suo patto con la squadra; di come abbia introdotto cambiamenti, tecnici e di approccio, molto veloci di cui non ci ha dettagliato. Spero lo farà in una delle prossime uscite formative in programma a settembre a Milano.

Ad ogni modo, Velasco ha ricostruito in così poco tempo la Nazionale Femminile, ridotta in macerie dalla gestione dell’ex Coach Mazzanti, che aveva cercato di epurare Egonu, Bosetti, Di Gennaro. Inoltre, la squadra è arrivata a vincere un oro senza le due bande titolari: Pietrini e Degradi, infortunatesi all’ultimo. Molti non ci credevano, io ci speravo in quest’oro olimpico, arrivato dopo un percorso  netto: 17 set vinti di seguito senza concedere nulla a squadroni come Turchia (per due volte), Olanda, Serbia e USA.

Il grande manager sceglie il suo staff e sa delegare

Solo lui poteva, lui che ha fatto del concetto di gestione del gruppo, di leadership e capacità di raggiungimento degli obiettivi, l’anima di un percorso che lo ha visto diventare un coach e un mentore. Il grande manager sa scegliere i suoi collaboratori e gli affida spazio, diventa una sorta di supervisore del lavoro specialistico degli altri:

  • Il secondo allenatore di Velasco è Massimo Barbolini, tecnico pluridecorato.
  • Terzo allenatore è Lorenzo Bernardi, per tutti Mister Secolo, miglior pallavolista del XX secolo. Il giorno della finale è quello del suo 56esimo compleanno, ha vinto tutto da giocatore, nel 2007 ha cominciato la carriera da allenatore, sempre nel maschile.
  • Manuela Leggeri, ex campionessa da due anni nella Hall of Fame della nostra pallavolo, ha ricoperto per qualche mese, da febbraio, il ruolo di assistente allenatore.
  • Altro assistente di Velasco è il connazionale argentino Juan Manuel Cichello, suo vice nell’avventura di Uyba Busto Arsizio, la squadra che lo ha rilanciato nell’universo del volley femminile giusto un anno fa.
  • Infine, due donne per importanti figure: il medico Emanuela Longa e la fisioterapista, anche giocatrice in serie C,  Maira Di Vagno.

 

Julio Velasco

Lorenzo Bernardi, Julio Velasco e Andrea Barbolini

Io, da ex atleta, provo ad immaginarmi seduto sulla panca di quello spogliatoio e di alzare lo sguardo. Cosa vedo? Quanta competenza e quanta storia, soprattutto in termini di leadership, vogliamo quantificare il valore dell’esempio che ricevo, anche solo da uno sguardo?

Velasco, il più influente coach sportivo di sempre?

Proviamo ad addentrarci in questa analisi partendo da questa domanda: Julio Velasco è il più influente coach sportivo di sempre? Vediamo.

Possiamo pensare a Phil Jackson guru dei Chicago Bulls, dell’attacco a triangolo, a Pep Guardiola e al suo tiki taka con la rivoluzione catalana, alla gestione dello spogliatoio del grandissimo Carlo Ancelotti. Mi viene in mente Emmanuel Steward che forgiò fuoriclasse nella boxe, Vince Lombardi che cambiò la NFL, l’eterno Sir Alex Ferguson che portò nell’olimpo il Manchester United, Jose Mourinho e la sua capacità di comunicatore e motivatore. E potremmo andare avanti con altri grandi nomi…

Julio Velasco ha avuto un merito che altri allenatori ad oggi non hanno avuto: i suoi insegnamenti hanno sconfinato nell’economia, nella pedagogia, nell’approccio alla vita in generale e sono diventati parte della nostra vita, come la lotta alle giustificazioni. Ha creato una cultura contro gli alibi, partendo dallo sport ma arrivando, poi, al quotidiano e alla vita di tutti i giorni. La sua capacità di analisi è straordinaria.

Il leader costruisce uomini migliori si sé

Se non siete ancora convinti di avere di fronte il più influente coach sportivo di sempre, spero di convincervi con questa argomentazione.

Un vero leader non sopprime le capacità dei propri uomini ma le esalta. Non ha paura come un capo di circondarsi di persone capaci e che lo possano mettere in ombra. Un leader, secondo me, si misura da quante persone ha aiutato a crescere meglio e dopo sé stesso.

In panchina a fargli da vice c’era “Mr Secolo” Lorenzo Bernardi, che da allenatore ha già vinto di tutto. Andrea Giani, suo ex giocatore ha vinto proprio questa edizione delle Olimpiadi nel volley maschile, l’Italia è guidata da Fefé De Giorgi, anche lui ex giocatore di Velasco.

Tofoli, Gardini, Gravina, Anastasi… i suoi ex giocatori sono diventati allenatori e leader di grande caratura. Lucchetta continua a spingere il movimento, Zorzi lo ha portato a teatro. Si dice che il frutto non cada mai lontano dall’albero, e io credo che, anche tra le ragazze olimpioniche a Parigi, qualcuna continuerà in futuro l’opera di Julio.

Velocità del cambiamento, cultura degli alibi, capacità di scegliere i collaboratori e di dargli spazio, leadership di esempio e crescita di uomini migliori di lui, risultati, stimolo all’apprendimento, gestione delle emozioni.

Questi sono alcuni dei motivi per cui Julio Velasco è per me il più influente coach sportivo di sempre. E voi che cosa ne pensate? Siete d’accordo oppure no? Se non lo siete quale nome proponete? Lasciate il vostro commento qui sotto.

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