Tempo stimato di lettura: 7 minuti

(Continua)… Da principiante, l’ingresso in zona di apprendimento sta comportando veri e propri contraccolpi alla mia permanenza in zona autostima. Certo ero preparato e attrezzato alla novità, non conoscevo fino in fondo i miei avversari e non parlo di persone fisiche.

Che cosa sto imparando? Continua l’elenco delle nuove cose che ho appreso in questi otto mesi.

Terzo step – Sempre concentrato

principiante

Foto Lorenzo Orlandini – 3 Settembre 2021

Ho scelto il maestro (primo step), ho deciso di non abbuffarmi di partite (secondo step), ora posso concentrare l’attenzione su me stesso: tecnica, movimenti e concetti base.

Le lezioni procedono con fatica. Sono abbattuto e anche il maestro non sembra considerarmi più di tanto. Almeno, ho questa impressione e la cosa non aiuta. La grande diffusione di questo sport, in così breve tempo per di più, sta intasando i calendari anche dei maestri, non solo dei campi. Tutti corrono a fare lezioni e io non trovo continuità nella ostinata ricerca della mia crescita.

In più sto trovando, come dicevo avversari inaspettati: la concentrazione, per esempio. Sono talmente attento ai colpi che faccio che cado in un errore che, nei miei corsi aziendali, indico sempre agli allievi in aula di non fare.

Dimentica subito il colpo appena fatto e pensa al successivo, non indugiare a pensare a quello che è successo, appunto, è successo e non torna più.

Quarto step. Devo dimenticare subito il mio errore

Pensare, per esempio, a quello che hai appena sbagliato ti conduce dritto verso due problemi: il padel, come altri sport, non concede tregua. Non fai in tempo a terminare l’azione che inizia la successiva. Non c’è modo di pensare. In questo, il calcio qualche tregua in più la prevedeva. Soprattutto nel calcio a 11, i tempi di reazione possono concedere alcuni momenti per tirare il fiato. per esempio, quando l’azione di svolge a debita distanza dalla tua zona di campo.

principiante

Foto Asia Martina Morabito – City Padel Bologna – 30 Ottobre 2021

In secondo luogo fermarsi a pensare all’errore ti fa concentrare sul difetto e non sul pregio (il colpo piazzato bene). Mai fermarsi a pensare: questo è stato, per un perfezionista come me, il nemico ampiamente annunciato che puntualmente si è presentato. Sapevo come affrontarlo, lo conoscevo e lo sto piuttosto gestendo bene.

Pensare sempre al punto debole indebolisce la tua autostima, è una regola di formazione esperienziale che non tramonta mai

Quinto step. Un compagno fisso subito? Anche no!

Un’altra differenza con i giochi di squadra ed il calcio in particolare, è che mi trovo di fronte per la prima volta ad un gioco di coppia. Una situazione mai affrontata. Passare da 10 compagni a 1 è incredibile: le dinamiche sono tutte diverse. Ad un certo punto ho avuto l’idea di sceglierne uno fisso con cui crescere insieme.

principiante

Foto Giovanni Toni – Bologna 12 Settembre 2021 Davide e Paolo

Il mio consiglio è giocate sempre, se possibile, con qualcuno che è di un livello superiore, in modo da avere una crescita equilibrata. Io e il mio compagno, Davide, eravamo principianti dello stesso livello e sentivo di non imparare abbastanza, anche per lui era così. In caso di errore chi avrebbe potuto correggermi e viceversa? Abbiamo provato cinque o sei volte con risultati, per me, deludenti in termini di apprendimento. E abbiamo smesso di giocare insieme.

Sesto step. Posizione classica o australiana per il principiante?

E’ fondamentale all’inizio, per quella che è la mia esperienza, giocare con chiunque, provare tutte le situazioni di gioco, posizionarsi a destra e a sinistra. Il padel è un gioco di sincronia, di strategia e di movimenti precisi.

Secondo me, i movimenti del Padel hanno un qualcosa di musicale che sarebbe delittuoso circoscrivere con limitazioni fin dall’inizio.

Quando si è al servizio, vi sono due posizioni che si possono assumere: la classica, in cui si cambia lato a ogni scambio, e la cosiddetta australiana, dove ognuno dei due giocatori resta sempre a coprire lo stesso lato di campo, indipendentemente dal lato di battuta. Infatti, nel padel si parla di giocatore di sinistra e destra perché l’abitudine è usare la formazione all’australiana, specializzandosi in un dato lato e mantenendolo fisso.

Nel tennis, questo tipo di soluzione è definito anche “I Formation” (come nel football americano, la Formazione a I) perché il giocatore sotto rete si mette quasi in verticale rispetto al battitore, formando di fatto una lettera I.

principiante

Foto Asia Martina Morabito – Formazione all’australiana con il maestro Franco Levorato 3 Novembre 2021

Provatele tutte e due, ognuna ha dei vantaggi e svantaggi, dipende dalle vostre caratteristiche e dalla vostra velocità. I maestri sapranno insegnarvi entrambe e consigliarvi al meglio in base alle doti atletiche e tecniche che possedete. Io ho iniziato a preferire l’australiana perché il padel è uno sport di coppia e giocare con i corretti automatismi, ognuno nella propria metà campo, rende gli schemi più efficaci.

Settimo step. Io principiante, provo ogni situazione di gioco

E’ uno sport di coppia ed è vero che l’affiatamento con il proprio compagno è fondamentale; saper giocare con i corretti automatismi, ognuno nella propria metà campo, rende gli schemi più efficaci. Ma per riuscirci serve ripetere, ripetere e ancora ripetere tali situazioni. Per questo giocare con costanza nello stesso lato di campo aiuta.

La situazione del principiante è diversa. E’ vero che la sensazione di comfort aumenta coprendo sempre lo stesso lato di campo, però il principiante dovrebbe rischiare, non ha niente da perdere, per cui provate tutto.

Io preferisco la flessibilità che mi porta a coprire il lato più corto in meno tempo possibile ma, ripeto, provate tutto perché il vero obiettivo è conoscere, imparare, senza dimenticare mai la condizione del principiante.

Ho sempre trasferito questo messaggio nei miei percorsi formativi: per accrescere una competenza si parte dal generale e si scende con il tempo, in modo graduale, nel particolare.

Ottavo step. L’abito del principiante…fa il monaco

Per uscire dalla zona di comfort l’abito fa il monaco. In tutta la mia vita l’abbigliamento è stato sempre quello del calcio. Anche fuori dal campo, nei momenti di relax, ho sempre privilegiato tute e scarpe come fossi un calciatore a passeggio. Nel momento in cui ho fatto la scelta di cambiare sport e di dedicarmi al padel non ho subito cambiato abbigliamento. Certo, come ho scritto nella prima puntata, mi sono comprato subito la pala perché senza quella non si gioca e un paio di scarpe da tennis e da passeggio. Stop. Dentro ero ancora nella mia zona di comfort. Anche la borsa era quella del calcio adattata e solo riempita con materiale diverso. Andavo a giocare con l’abbigliamento da calcio, quasi a dire a me e agli altri: “Sono ancora quello di prima”.

abbigliamento padel

Foto Paolo Morabito- 6 Giugno 2021

Con il passare dei giorni e iniziando a frequentare con assiduità circoli e ambienti diversi, mi sentivo strano, non dico un pesce fuor d’acqua ma, certo, ero ancora attaccato ai miei vecchi riti. Non durò molto.

Capii ad un certo punto che dovevo tramutare quello che avevo in testa in abiti e abitudini diverse. In pochi giorni cambiai borsa prendendo una borsa da padel, adatta alle nuove esigenze, pantaloncini e magliette specifiche per questo sport, polsini e altri accessori. Stavo cambiando pelle per dare forma alla mia nuova mentalità.

I riti e i simboli sono importanti, questo è uno di quei casi in cui l’abito fa il monaco perché aiuta a calarsi meglio nella nuova realtà. Era necessario un taglio netto con il passato. Per uscire dalla condizione precedente e passare alla fase successiva , usate i simboli, vi aiuteranno ad avere un approccio mentale più calato nella nuova realtà.

Conclusione

Dopo tre puntate e fiumi di parole, voglio aggiornarvi sui miei progressi in quello che ho chiamato Il viaggio del principiante.

In quelle poche partite di Padel che faccio, continuo a perdere . Accetto con serenità i  miei limiti e mi diverto ad imparare. Sento di aver percorso solo tre delle cinque fasi previste. Allo stesso tempo, ho superato quelle più difficili e non sono tornato indietro in zona di comfort.

Ogni partita imparo una cosa nuova e mi riescono colpi impensabili solo un mese fa. Non penso ai risultati, anzi il risultato mi serve solo come cartina di tornasole, cioè a confermare i miei progressi e a mostrarmi la strada che ancora devo percorrere.

Spero, infine, con questo viaggio di aver mostrato il valore della metafora sportiva e di aver trasferito spunti e suggerimenti formativi che è il fine che mi sono prefisso quando è nato questo blog.

principiante

Slide La mentalità sportiva – Corso Paolo Morabito “Dalla zona di comfort alla zona autostima” – 2021

Il padel e lo sport in generale sono il pretesto, il mezzo di espressione del mio racconto, il fine è formativo. Che si tratti di lavoro, di sport e vita, queste sono le espressioni di dinamiche che sempre ci riguardano da vicino, tutte le volte che cambiamo o affrontiamo una nuova fase della nostra vita.

Niente resta immutato, possiamo solo andare avanti o tornare indietro. Capiterà sempre a me e a tutti. Il segreto, come sempre, è possedere il “navigatore” cioè la conoscenza o la consapevolezza che ci aiuta a capire quello che stiamo vivendo e ad affrontarlo meglio. Con il padel ho voluto e, spero di esserci riuscito, raccontarvi un esempio di questo viaggio. Un grazie sentito a chi ha resistito fino alla fine.
1
Ti va di lasciarmi un commento su queste 3 puntate. Hai trovato spunti utili o aneddoti che ti va di raccontare?x

Leggi Prima Puntata. Clicca qui.

Leggi Seconda Puntata. Clicca qui.

Leggi Noi che entriamo e usciamo dalla zona autostima. Clicca qui.

Leggi In Italia è Padel Mania. Clicca qui.

Foto Lorenzo Orlandini. Visita il sito.

Protected by Copyscape