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Nella pillola sportiva di questa settimana ho parlato del senso di fallimento nato dopo l’eliminazione dell’Italia dalla fase finale del campionato del mondo di calcio. Riparto dalle parole di quell’articolo per approfondire un tema che riguarda tutti noi. Chi nella propria vita non è stato preso da un senso di fallimento dopo una sconfitta o un risultato negativo?

Superare l’idea della sconfitta significa innanzitutto riconoscere il fallimento e ricominciare. La prima cosa da superare è la sensazione di aver fallito. Un esame, un progetto di lavoro, una relazione sentimentale o un altro obiettivo non andato a buon fine potrebbe portare, all’inizio, ad un forte senso di fallimento.

Cercherò di riassumere in queste righe un tema molto complesso che tratto nella mia attività di coach, HR e formatore: è un argomento che affronto nelle aziende, team sportivi e anche nei miei interventi privati, con studenti e genitori.

Fase 1 – La delusione va riconosciuta e affrontata

La delusione è un’emozione e come tale va affrontata, non repressa. Dopo una sconfitta, subentrano spesso sensi di colpa, delusione, disperazione e giustificazioni, in forma di recriminazioni. Fare finta di nulla, che equivale alla negazione della sconfitta, può avere un effetto negativo sulla propria salute, sulle relazioni con gli altri ma soprattutto impedisce alla persona di crescere. La non accettazione impedisce la “rivincita” perché se non riconosciamo l’emozione appena compare, non possiamo elaborarla. Diamole proprio un nome: delusione, rabbia, paura, vergogna, senso di fallimento. Riconoscerla chiamandola per nome è il primo passo che dobbiamo compiere.

Fase 2 – L’accettazione della sconfitta

Supponiamo di aver accettato quanto ci è capitato compiendo una corretta analisi. Per fare questo dobbiamo oggettivizzare l’accaduto rielaborando i fatti. Un buon metodo consiste nello scrivere le cause e le conseguenze. Certo, non è un lavoro semplice. Zona di comfort, alibi e amor proprio sono in agguato per impedire a noi stessi una corretta comprensione delle cose.

Per questo è importante, in caso di difficoltà, essere affiancati da qualcuno che ci possa aiutare ad essere oggettivi, tenendo lontani gli alibi. Questo è uno dei valori importanti della mia professione di HR, coach e formatore. In queste situazioni si percepisce davvero l’utilità del mio lavoro che si manifesta nell’aiuto agli altri nel superare la fase della negazione.

Fase 3 – Concentrarsi prima sui punti di forza

In ogni accaduto ci sono cose che abbiamo fatto bene e altre meno. Questo approccio consente di individuare le azioni positive e di rientrare in zona autostima. (Clicca qui). Sì, questo può avvenire anche se abbiamo perso.

È la direzione che ho seguito nella pillola sportiva dedicata alla eliminazione dell’Italia (Clicca qui). È tutto da buttare o qualcosa di buono in questi anni di lavoro è stata fatta bene?

La cosa sorprendente è che spesso scopriamo che le cose fatte bene superano ampiamente quelle fatte male. E la nostra prospettiva cambia, consentendoci di riposizionare il nostro punto di vista, la nostra autostima si rialza.

Un risultato negativo ci dà la possibilità di apprendere, capire i correttivi e applicare azioni differenti, proprio perché abbiamo aggiustato il tiro. Nella pillola sportiva dedicata all’Italia parlo di “cultura della sconfitta”.

Un corretto approccio alla nostra crescita ci consente di vedere il risultato come una sorta di “win win situation”: si vince sempre perché si impara sempre, sia che tu vinca sia che tu perda sul campo.

Fase 4 – Non guardare solo difetti o risultati negativi

Un passaggio importante è imparare a identificare gli schemi mentali negativi in modo da poterli disinnescare. Uno di questi schemi è il perfezionismo.

Perfezionismo

Perfezionismo è anche la tendenza a concentrarsi sui difetti e non sui pregi verso se stessi e gli altri – PM

Come tutte le parole che finiscono in “ismo” rappresenta una distorsione o un eccesso. L’eccesso della precisione o la tendenza a vedere sempre prima il difetto che il pregio. Un buon metodo per invertire la tendenza è concentrarsi prima sui punti di forza. Questo rafforza l’autostima e non ci fa vedere solo l’aspetto negativo delle cose.

FASE 5 – L’importanza di una corretta analisi

Invece di pensare e ripensare a quello che è successo, fermati un istante e chiediti: “Che cosa ho imparato?”. “Che cosa posso fare diversamente oggi?”. È chiaro che questo passaggio parte dal presupposto di possedere un forte senso di responsabilità che eviti giustificazioni ed alibi. In sostanza, dobbiamo evitare che il merito o il demerito sia attribuito a fattori esterni a noi perché fin quando il problema sarà all’esterno non saremo in grado di risolverlo.

Diventa, pertanto, importante affrontare la causa dell’insuccesso. Che cosa ha ostacolato il tuo progetto? Avresti potuto prevederlo? Pensa a possibili soluzioni che avresti potuto mettere in atto e alle loro eventuali conseguenze. Le tue aspettative iniziali erano irrealistiche? C’è qualcosa che avresti potuto fare di più e meglio e non hai fatto?

Per esempio se non hai ottenuto la promozione che ti aspettavi, fissa un appuntamento con il tuo superiore per capire dove e se hai sbagliato.

Se si tratta, invece, di una delusione sentimentale, fatti domande, chiediti se hai dato l’attenzione giusta al partner. In molte coaching private che ho fatto nella mia carriera, queste situazioni sono frequenti: si incolpa il partner senza porsi domande; l’orgoglio e la delusione ci impediscono di comprendere che anche chi accusa spesso è compartecipe di errori che si fanno in due.

FASE 6- È ora di applicare il correttivo

Il cambio di approccio nasce solo da una corretta analisi che parta da noi. Non significa prendermi colpe che non ho ma individuare elementi che ci erano sfuggiti e che ci possono consentire di modificare il nostro comportamento.

È ora di entrare in una nuova azione, più consapevole e lucida. Siamo entrati in zona di apprendimento. È il ciclo della vita, è una grande opportunità che ci consente di evolvere noi stessi, evitando di ripetere gli stessi errori. Tranquilli, altri errori si presenteranno, è inevitabile.

Come una gara sportiva

Essere consapevoli ci consente di accettare questo aspetto della nostra vita, come se fosse una partita dove ogni volta fai l’analisi delle giocate giuste e degli errori fatti e ti prepari alla prossima, e così si continua. E’ il ciclo dell’apprendimento sportivo che ti aiuta a superare il senso del fallimento. L’importante è scendere di nuovo in azione, prima possibile e con la testa libera perché abbiamo compreso prima i punti di forza e poi le aree di miglioramento della nostra prestazione.

sconfitta

L’attesa e l’inazione non fanno altro che prolungare il senso di delusione. Molti allenatori dopo una sconfitta non vedono l’ora di tornare subito in campo perché sanno che la nuova prestazione aiuta a superare lo stato mentale negativo. Inoltre, non dobbiamo mai stare fermi sia con la mente che con il corpo. Un buon consiglio finale è che la pratica sportiva ci possa aiutare a mantenere alto il nostro morale e la nostra autostima, aiutandoci durante i periodi di delusione a trovare la forza per affrontare meglio le difficoltà del nostro vivere.

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