Da oggi inauguro una rubrica fissa che uscirà tutte le domeniche. L’ho chiamata La pillola sportiva della settimana: vi racconterò una breve notizia/storia di sport che dal punto di vista mentale e psicologico mi ha colpito per i suoi contenuti formativi.
La prima pillola sportiva è per Colby Stevenson, 25 anni, medaglia d’argento nel freestyle, lo sci acrobatico, alle Olimpiadi. Ogni anno l’8 maggio è per lui il giorno della “celebrazione della vita” perché in quella data nel 2016 ebbe uno spaventoso incidente d’auto che lo ridusse in fin di vita, con trenta fratture in testa. Scampato a quel pericolo, nel 2018 dovette rinunciare anche alle Olimpiadi in Corea del Sud per un infortunio alla spalla. Qualche giorno fa l’impresa a Beijing 2022.
Le parole di Colby Stevenson
Ecco un riassunto delle sue dichiarazioni al canale olimpico dopo la conquista di una favolosa medaglia d’argento nel freestyle:
“Se sono riuscito a sopravvivere a quello che mi è capitato, posso sopravvivere a qualsiasi tipo di incidente.” I medici gli avevano dato poche possibilità di tornare al freestyle. Si era fratturato cranio, costole, un’orbita, la mascella e il collo; dopo due interventi chirurgici gli era stata inserita una placca di titanio nel cranio.
“Mi sento fortunato e già essere qui per me era motivo di onore. Se sono sopravvissuto a questo, posso sopravvivere a qualsiasi tipo di caduta là fuori; è così che la vivo. Darò il massimo e continuerò a spingere. Questo è quello che amo fare e niente mi impedirà di farlo”.
Uscire dalla mia zona di comfort mi fa sentire bene
“La cosa più importante che il mio sport mi ha insegnato sulla vita è che fa bene uscire dalla propria comfort zone. L’ho imparato, soprattutto quest’anno. Ho imparato nuovi trick per ogni evento… È così importante uscire dalla tua zona di comfort nella vita. Manterrà le cose eccitanti e ti renderà felice. Esci e fai ciò che ami e inizia a imparare qualcosa di nuovo e prova quante più cose puoi”.
Il mio giorno di “celebrazione della vita”
L’ho trovata una storia emozionante e mi sono sentito, nel mio piccolo, vicino a Colby. Anche io ho un mio giorno di “celebrazione della vita”: è il 25 aprile 2017. Come lui, ho dedicato, da quel giorno, ogni istante a celebrare la vita, uscendo dalla mia zona di comfort e cambiando quasi tutte le abitudini che avevo prima: personali, sportive, professionali. Certo non devo andare alle Olimpiadi e la mia medaglia da conquistare è essere al top, ogni giorno, nella mia quotidianità. Il suo talento senza altre qualità non sarebbe servito a nulla.
Per questo trovo che Colby con la sua gioia, determinazione e voglia di sperimentare sia il più degno protagonista per inaugurare la mia nuova rubrica.
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